Osteopatia Neonatale e Pediatrica
Il trattamento osteopatico è complementare e non sostitutivo alla medicina tradizionale.
Nei neonati, un trattamento osteopatico può risolvere piccoli grandi problemi spesso derivanti dalla posizione in utero o dallo stress del parto (soprattutto in caso di cesareo o di travaglio o parto complicato): disturbi muscolo-scheletrici come plagiocefalia, torcicollo miogeno, piede torto congenito, asimmetrie posturali, oppure disturbi funzionali (in assenza di patologie), tra cui difficoltà del sonno, irritabilità, coliche, reflusso, rigurgito, difficoltà di suzione, otiti ricorrenti. Aiuta inoltre i piccoli a raggiungere un ottimale sviluppo neuromotorio.
Sempre più studi confermano come l’Osteopatia possa aiutare a superare alcune problematiche legate alla precocità della nascita: ecco perché da qualche anno gli Osteopati affiancano neonatologi e infermieri specializzati in diverse strutture ospedaliere italiane.
Per quanto riguarda i prematuri, l’Osteopatia interviene attraverso la “care posturale” ovvero alcune attenzioni che stimolano lo sviluppo neuro-sensoriale, motorio e morfologico e migliorano la funzionalità respiratoria e il sonno; ma anche con delicati trattamenti manuali che attraverso pressioni di pochi grammi mirano a ridurre problemi legati alla posizione in incubatrice e alle procedure che il prematuro subisce per la sua sopravvivenza. L’Osteopata può continuare ad affiancare i medici anche durante il percorso di follow-up che monitora la crescita di questi bimbi per circa 2 anni.
Una fonte interessante per materiale scientifico sull’argomento è il sito della fondazione C.O.M.E collaboration di cui sono membro: https://www.comecollaboration.org/it/
Per tutta l’età evolutiva, l’Osteopatia può intervenire in caso di problemi muscolo-scheletrici che possono verificarsi durante la crescita, ma anche in caso di disturbi funzionali a livello di sonno, alimentazione, concentrazione, alterazioni nello sviluppo psicomotorio…
Problematiche del neurosviluppo
Un’area di mio particolare interesse riguarda appunto le problematiche del neurosviluppo. Infatti l’approccio osteopatico si rivela un supporto prezioso al bambino affetto anche da problematiche complesse come i disturbi rientranti nello spettro autistico, ADHD (deficit di attenzione e iperattività), ritardi dello sviluppo, esiti di PCI (Paralisi Cerebrale Infantile).
Cosa può trattare?
Il trattamento osteopatico è complementare e non sostitutivo alla medicina tradizionale.
L’Osteopatia Neonatale e Pediatrica può intervenire nel trattamento di…
Disturbi muscolo-scheletrici
- Plagiocefalia
- Torcicollo congenito
- Piede torto congenito
- Paralisi ostetriche del plesso brachiale
- Vizi torsionali degli arti inferiori
- Asimmetrie posturali (scoliosi, ipercifosi/lordosi,…)
- Dolori muscolo-scheletrici
- …
Disturbi di origine funzionale
- Disturbi del sonno
- Irritabilità
- Coliche
- Rigurgito
- Costipazione
- Difficoltà di suzione
- Otiti ricorrenti
- Tic
- …
Patologie complesse
- Spettro autistico
- ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder)
- Ritardi dello sviluppo
- Esiti di PCI (Paralisi Cerebrale Infantile)
- Emiplegie
- …
Storie da raccontare
E., 8 settimane
Tende a girare la testa sempre verso destra, non presenta altri segni di patologia alla visita pediatrica e cresce bene. L’Osteopata riscontra una forte torsione nella giunzione tra cranio e collo dovuta probabilmente alle forze rotazionali e compressive di un travaglio prolungato. Dopo una delicata manovra di rilascio della cervicale ripetuta per 4 sedute, final- mente è libero di muovere la testa in modo più simmetrico e di guardare in entrambe le direzioni.
M., 12 anni, calciatore
M., 12 anni, calciatore, accusa dolore all’anca.
In prima visita, dopo una raccolta dati, svolgo un esame clinico che rivela una rigidità della caviglia come esito di una vecchia distorsione. La qualità generale dei tessuti è rigida probabilmente perché in spinta di crescita; è presente anche un lieve atteggiamento scoliotico. Dopo un consulto col Pediatra per escludere possibili patologie dell’anca tipiche dell’età evolutiva, procedo al trattamento sull’ipotesi che il dolore sia dovuto a un sovraccarico della muscolatura dell’anca, dovuto al fatto che questa aveva già dovuto attivare compensi per la distorsione di caviglia e per la lieve scoliosi e non è riuscita a sopportare il peso della richiesta di adattamento della spinta di crescita.
Il pediatra prescrive una terapia farmacologica per gestire la fase acuta del dolore.
Il trattamento osteopatico prevede una manipolazione del piede per ridargli la mobilità persa con la distorsione e un “release” del bacino la cui mobilità è influenzata dalla scoliosi.
Mi avvalgo di alcune competenze fisioterapiche per un lavoro sulla rigidità generale e per il trattamento specifico della muscolatura dell’anca.
Dopo tre sedute, la ripresa dell’attività fisica avviene in assenza di dolore.
C., 7 anni, soffre di dolore addominale
Soffre di dolore addominale ricorrente e fatica nei movimenti intestinali da alcuni mesi. Ricorre periodicamente a una terapia farmacologica prescritta dal Pediatra che riscontra un buono stato di salute e non rileva alcuna patologia organica. La mamma vuole sapere se l’Osteopatia può aiutare la funzionalità dell’intestino. La visita osteopatica rivela una tensione del diaframma (muscolo respiratorio) forse creata da una brutta tosse che Carlo ha avuto nel periodo invernale. Il trattamento manuale ripristina la mobilità del diaframma che è ora in grado di spingere sull’intestino durante la respirazione facilitando il transito intestinale del bambino. A questo segue la scomparsa dei dolori addominali in modo permanente.
D., 5 anni, bambino con frattura
Un paziente di 5 anni che è venuto da me per una riabilitazione dopo una frattura all’omero che ha richiesto un intervento chirurgico e un’ingessatura di un mese.
Questo caso è interessante perché ha richiesto che lo osservassi sia con gli occhi del Fisioterapista che con quelli dell’Osteopata. Soprattutto in età pediatrica, dopo la frattura è necessaria (anche se spesso non suggerita) una valutazione funzionale, in particolare se il trauma riguarda il gomito (articolazione complessa da riabilitare): possono restare delle perdite parziali di mobilità che impediscono al gomito di funzionare al meglio. I due movimenti del gomito più difficili da recuperare sono quelli di estensione e di supinazione: spesso vediamo bambini che hanno recuperato per il 90%, ma la mancanza di quei pochi gradi li “costringe” a compensare con altri punti.
Il Fisioterapista si occupa quindi di trattare per il pieno recupero dell’articolarità possibile in tutti i movimenti e di un ottimale tono muscolare, restituendo anche una completa “mappatura” a livello corticale (risolvendo il problema meccanico e anche quello di rappresentazione del movimento nel cervello). Al termine della parte fisioterapica, entra in gioco l’Osteopatia, perché vettori di forza così potenti come quelli che hanno causato la rottura dell’osso sono stati sicuramente ammortizzati dal corpo, che avrà cercato di dissipare questa forza a livello di colonna cervicale, clavicola, torace, scapole, colonna vertebrale: zone che vengono generalmente coinvolte in caso di fratture agli arti superiori.
Nel caso di questo bambino, ho riscontrato alcune restrizioni a livello della clavicola, che era diventata più rigida, e di alcuni punti della colonna toracica e della colonna cervicale (vertebre connesse al complesso della spalla). Per il riequilibrio delle strutture lontane dalla sede di frattura, dopo la riparazione ossea e la riabilitazione fisioterapica, è fondamentale verificare tutte le articolazioni connesse: questo per evitare che possano rimanere eventuali squilibri che, in un corpo in crescita, possono dare problemi.